Le
fortificazioni veneziane sono siti militari costruiti a difesa dell'industria
navale dell'Arsenale di Venezia in diverse età storiche, sono sempre stati
spazi pubblici chiusi, simbolo della paura del nemico e dello straniero
proveniente dal mare e dalla terra ferma. Nessuno ha mai dovuto sparare un
colpo in battaglia se non la batteria Amalfi, questo dovuto alle più di 600.000
vittime sui diversi campi di battaglia. Molti di questi siti odiernamente si trovano
in stato di abbandono, luoghi marginali localizzati in quartieri dove anche
quest'anno hanno preso luogo tragici episodi di xenofobia, razzismo e paura
verso i migranti e i rifugiati.
In diversity propone l'edizione limitata di una rassegna in occasione del centenario di commemorazione della Grande Guerra, in collaborazione con le comunità locali e associazioni di promozione culturale già presenti nei forti e nell'industria creativa veneziana, avviando nuovi percorsi di significazione e promuovendo l'apertura di spazi di produzione artistica e creativa allo scopo di stimolare un circuito di immaginazione attorno ai possibili usi, suscitando un senso di comunità e di cura attorno ad alcuni siti ex militari marginali abbandonati.
A partire da una riflessione attorno a come l'arte può aiutare a decostruire la percezione sociale del nemico e a comprendere quali siano i meccanismi che prevengono la coesione sociale e l'apprendimento interculturale tra le diversità proporremo laboratori, produzioni artistiche locali scalabili e avvenimenti performativi nelle fortificazioni veneziane.
L'organizzazione
della rassegna cominciata in Agosto 2015, si propone di coordinare residenze di
artisti locali ed internazionali, di laboratori con le scuole, negli spazi
pubblici dei quartieri, i centri estivi e le case dell'accoglienza promuovendo
l'incontro delle diversità culturali, performative e artistiche nelle aree più
periferiche della città metropolitana di Venezia.
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